Periodo "Unicarte" (1975-1977)
Un’angosciosa architettura umana, teatro dell’amarezza, strutture incrociate di personaggi stivati, balenanti, inquieti ma carichi d’amore in una sublimazione fantastica, con colore e materia fusi da sinfonia cromatica suggestiva di ottica tangibile come pagine di un colossale libro aperto di storia remota, un abbraccio nel girone universale, un vulcano inquietante di figure su figure che gremiscono la superficie.
Una superficie materica camosciata, con infoltite forme assortite tra le figure strutturali di espressione d’ogni sorta con una policromia varia all’infinito. Scavati tratti oscuri separano nello scenario magico figure e forme ritmate in un inafferrabile mistero da sogno che si compone d’incanto. Figure bloccate, scavate dal bisturi e afflitte dal colore tra altri colori ricavati per ogni quadro dall’equilibrata costruzione, irripetibile anche per la cromaticità sviscerata da un mondo interiore, da cui è venuta fuori la sommità universale, da non plus ultra in più tappe pittoriche.
Nella mia poetica quasi perpetua c’è l’apocalisse dettata dal fato crudele e misterioso. Triste problematica del complesso calvario delle masse rappresentate magistralmente con dolore profondo di fratellanza.
Nunzio Perrucci
(N. 108 opere - cm 65x90)